Cristianità e Zen:

Un cristiano può praticare lo Zen?

di Armando Piaggesi

 

La risposta immediata è si, ma resta la pura consapevolezza che non si può paragonare cristianesimo e Zen. Sarebbe come tentare di paragonare la matematica con il tennis.

La questione più importante è che queste due tradizioni siano capite nella loro pura essenza, allora possono completarsi e amalgamarsi a vicenda.(leggere lo scritto sullo Zen di Thomas Merton, monaco cattolico).

San Giovanni e Meister Eckhart asserirono che l’unico modo di unirsi a Dio è di lasciare tutte le immagini, i pensieri e le forme di Dio, soltanto allora si scoprirà che tale unione non è una situazione nuova ma si ritrova ciò che c’era fin dall’inizio.

Per i cristiani, il risveglio è la prova dell’infinita misericordia di Dio, mentre per i buddisti, l’unione con Dio è da scoprire all’interno nella nostra vera natura.

Tuttavia ci sono dei cristiani per i quali il fatto importante è l’unicità di Cristo, perché sola manifestazione di Dio fatto uomo, come vi sono buddisti zen per i quali l’importante è che la pratica debba essere eseguita secondo un rigido codice e secondo rituali esclusivamente buddisti. Per costoro non ci può essere avvicinamento, in questi casi sarebbe prudente non unificare cristianesimo e buddismo.

Leggendo il testo “Zen e Spiritualità Cristiana”scritto dal Gesuita e Maestro Zen Padre Hugo M. Enomiya Lasalle, emerge dal libro una efficace rappresentazione dell’integrazione di spiritualità tra l’occidente e l’oriente, dove nello Zen l’anima va incontro a Dio fino all’estremo limite delle sue possibilità. Lo Zen, meditazione priva d’oggetto e non legato ad una particolare religione, consente equilibrio e pace interiore, saggezza e conoscenza intuitiva e apre all’esperienza mistica, alla gran tradizione spirituale di tutti i tempi  e a tutti i Paesi.

Quindi un cristiano può avventurarsi sulla via dello Zen senza alcun timore di perdere la propria identità cristiana.

                                  

 Armando Piaggesi